Un libro ha ormai un’esistenza dell’ordine di qualche mese – più di una zanzara maschio ma molto meno di un gambero ermafrodita. Succede che l’autore dedichi un paio d’anni della propria vita a scrivere; pubblichi un tomo più o meno ponderoso; e si ritrovi a rilasciare un’intervista dal vivo al cospetto di tre persone, inclusi se stesso, l’intervistatore e il proprietario della libreria che li ospita.
Questo testo intende ribaltare il paradigma che ha condotto il mondo delle lettere a quella che sembra essere la sua crisi terminale: anziché scrivere un libro e poi rilasciare un’intervista, perché non rilasciare l’intervista e, in base agli esiti, ricavarne un libro?
Se avete apprezzato l’intervista di Gianni Biondillo all’ing. Turi Totòre, ecco a voi il testo tratto proprio da quell’intervista: Memorie del soprassuolo: costruire una metropolitana è un’esperienza teosofica?